Dallas Buyers Club ●●●●○

Un elettricista fanatico di rodeo, dalla vita sregolata e la passione per droghe, alcool, soldi, sesso e scommesse. Questo è Ron Woodroof, il protagonista del film di Jean-Marc Vallée interpretato da Matthew McConaughey, che con questo ruolo, la particina di Mark Hannah in The Wolf of Wall Street e 23 chili in meno, quest’anno ha fatto bingo.

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Dallas Buyers Club racconta una vicenda realmente accaduta tra il 1985 e il 1988 (qui il Post racconta la storia vera per intero). Quando Ron Woodroof scopre di essere malato di AIDS e di avere ancora non più di 30 giorni di vita, dapprima prova di tutto per farsi inserire nel programma di sperimentazione di un nuovo farmaco (l’AZT) e poi, senza successo, decide di intraprendere vie alternative. In Messico trova una clinica medica abusiva in cui un dottore sperimenta cure per i sieropositivi, apparentemente molto più efficaci del farmaco in sperimentazione negli USA. Così Woodroof comincia ad importare i farmaci messicani e apre, insieme alla transessuale Rayon (Jared Leto), la Dallas Buyers Club, associazione che rifornisce tutti gli associati di medicinali in cambio di una cospicua donazione mensile (associazioni simili nascevano intanto in tutti gli Stati Uniti). Per prime negli Stati Uniti queste realtà puntano al miglioramento della salute e della qualità della vita dei malati di AIDS, mentre le industrie farmaceutiche, che avevano l’unico obiettivo di trovare la cura definitiva, tralasciavano totalmente questo aspetto.

I tre i fattori determinanti che rendono Dallas Buyers Club un film da vedere: la storia poco nota, l’interpretazione dei due attori principali e la sceneggiatura giocata sulle contraddizioni. Della storia ho già detto abbastanza. Matthew McConaughey è strepitoso, soprattutto per chi lo ricorda ancora in Come farsi lasciare in 10 giorni e Prima o poi mi sposo. Jared Leto secondo me è ancora più incredibile e se non gli danno l’Oscar è uno scandalo, non una novità, ma comunque uno scandalo. Non credo che molti attori hollywoodiani sarebbero stati in grado di interpretare una donna in maniera così elegante e senza mai cedere agli stereotipi (ma io sono di parte, l’ho amato dal primo momento, quando l’ho visto interpretare l’amante di Alessandro Magno in Alexander, con la matita nera sugli occhi).

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La compresenza di contraddizioni caratterizza il protagonista ed è resa impeccabilmente da McConughey. Aiutare gli altri e arricchirsi, prima di tutto. Medicinali, alcol e droga. Truffa e rispetto. Intolleranza e bisogno di affetto. Preghiere e strip clup. Sesso occasionale, ma solo con altre malate. La grande riuscita di questo personaggio sta nel fatto che riesce a rimanere lo stesso di prima anche quando la sua vita cambia del tutto. Quasi quasi, che diventa un eroe, pur rimanendo un personaggio negativo.

Jennifer Gardner non la cito perché è come se non ci fosse… Jennifer? Jen? Niente…

VOTO: 7 e ½

4 pensieri su “Dallas Buyers Club ●●●●○

  1. SPOILER WARNING
    A mio giudizio la scena più bella del film, quella che meglio fotografa l’ evoluzione del personaggio, é quella del supermercato, in cui Ron incontra un suo vecchio amico e, invece di annuire alle sue affermazioni omofobe, lo costringe a stringere la mano a Rayon.
    Bellissima anche la scena finale, in cui Ron riesce a stare in groppa al toro: é una sottile metafora per dire che é riuscito a domare la terribile malattia che l’ aveva colpito.

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